CANDIDO: NOTE DI REGIA

Apologo, fiaba filosofica o racconto d’avventura, il Candido, pubblicato da Voltaire nel 1759, ha avuto nel corso dei secoli le più disparate interpretazioni, ma sempre tese a sottolineare la grande forza comunicativa della sua ironia e la costante attualità del suo assunto narrativo. Scacciato dal castello del suo benefattore per aver rubato un bacio alla di lui figlia Cunegonda, il giovane Candido impara a proprie spese la differenza tra la teoria e la vita, tra gli ottimistici insegnamenti del suo maestro, il filosofo leibniziano Pangloss, e la reale presenza del male in questo mondo. Un viaggio pedagogico il suo, che nello spettacolo in forma di “musical da camera” scritto da Andrea Liberovici e Aldo Nove si articola in dodici stazioni, come una Via Crucis nel corso della quale il centro dell’attenzione si sposta da Dio al Viaggio, dall’Amore alla Guerra, dal Tradimento all’Identità, in un ben calibrato divenire che si organizza ora intorno ai modelli comunicativi del musical americano (la canzone come apice del sentimento individuale dei personaggi) e ora secondo quelli del “song” europeo (la canzone come commento dell’azione rappresentata). Ciò che ne sortisce, sottolineano gli autori, è un viaggio virtuale, con un debuttante nell’esistenza, Candido appunto, guidato alla scoperta del mondo e di se stesso dal fallimento dei modelli propostigli da un novello Pangloss, maestro di una molto contemporanea via al successo individuale e sociale, che sostituisce l’ottimismo filosofico di Leibniz con quello attualissimo e materialisticamente concreto del venditore merceologico o televisivo. Candido o del viaggio, dunque. Tema centrale dell’anno in cui Genova è stata eletta Capitale Europea della Cultura, il viaggio trova sul palcoscenico del Duse la via per il suo farsi autentica esperienza teatrale attraverso un linguaggio scenico che mescola ricerca e tradizione in un apparato visivo multimediale. E anche con la produzione di questo spettacolo il Teatro Stabile di Genova ribadisce con autonoma originalità il proprio ruolo di propositivo ente pubblico al servizio della cultura e dei fermenti culturali della città.

Andrea Liberovici